Una società basata sul capitalismo, sulle nevrosi derivate dal timore di perdere i privilegi garantiti da un certo status sociale, l’abuso di potere sul posto di lavoro, il precariato, il mobbing sono i temi della nuova produzione del Teatro Stabile Sloveno dal titolo Qualcosa nell’aria, che debutterà venerdì 20 gennaio al Ridotto del TSS.
I contenuti appaiono attuali, ma lo spettacolo è l’adattamento di un racconto da una raccolta scritta dall’autore triestino Vladimir Bartol negli anni ’30 del secolo scorso. La drammaturga Simona Hamer ha tratto infatti il testo da Causa prima, ultimo capitolo della raccolta dal titolo Al Araf (1935), nella quale Bartol esplora in un’ampio ventaglio di stili e generi i dubbi dell’uomo nel difficile periodo tra le due guerre mondiali.
Al Araf è nel Corano il confine tra il bene e il male, così come i contenuti della raccolta mostrano, secondo le parole dell’autrice dell’adattamento, »l’affinità dello scrittore con un conglomerato artistico di misticismo, filosofia e storia”. I riferimenti esotici del titolo sono un elemento caratterizzante della poetica di Bartol che alcuni anni più tardi darà alle stampe il suo capolavoro, il romanzo Alamut.
Elementi fantastici, filosofia, psicoanalisi, amore trovano spazio nei racconti di Al Araf, tra i quali lo spettacolo mette in luce i diversi livelli di lettura di un episodio dall’apparenza leggera, quasi da vaudeville. Narra infatti le vicende di un classico quadrilatero amoroso tra un imprenditore, sua moglie, la segretaria e un consulente aziendale. I banali intrecci sentimentali sono soltanto la facciata dei reali intenti dell’autore che vuole aprire una riflessione sulle forze esterne che orientano e manipolano le azioni e le vite di ciascuno. Qualcosa nell’aria è infatti quel fattore invisibile di natura economica, politica o sociale, che influisce su tutte le scelte, anche quando sembrano prese liberamente. I valori fondamentali sono condizionati da questo misterioso meccanismo che muove i protagonisti dello spettacolo come fossero marionette. I coniugi benestanti Anton e Ilonka Jedliček, il consulente Leopold Stieglitz e la segretaria Vera vivono infatti nel timore di perdere la posizione raggiunta, il ruolo riconoscibile conquistato nei rapporti professionali e privati.
Il testo originale considera una struttura sociale ancora fortemente conservatrice, nella quale la donna ha un posto ben delimitato, quindi è particolarmente interessante il fatto che regia e adattamento siano stati firmati da due donne del nostro tempo. Collabora per la prima volta con il teatro triestino la regista belgradese Anđelka Nikolić, che in questa produzione internazionale firma anche le scene, mentre è alla sua seconda collaborazione con il TSS Simona Hamer, pluripremiata autrice teatrale e dramaturg slovena. Nei ruoli dei quattro protagonisti di questo spettacolo ci sono gli attori Primož Forte, Nikla Petruška Panizon, Jernej Čampelj e Sara Gorše.
I costumi dell’ambientazione anni ’30 di Qualcosa nell’aria sono di Mateja Čibej, le coreografie di Bojana Robinson, le luci di Jaka Varmuž. Le musiche originali sono state composte e verranno eseguite dal vivo durante lo spettacolo dal musicista triestino Igor Zobin.