O, Goga, Goga, che strana città!
“Case decrepite pendono sulla via: probabilmente vi abitano poche persone; la maggior parte ha lasciato la vita. In qualche stanza certo penzola ancora, ingiallito e polveroso, un impiccato che, col passar del tempo, è stato del tutto assorbito dalle cose…
Qualcosa è successo.
Dev’essere successo qualcosa in città.
“Un quartiere all’estrema periferia di Goga con le case nelle cui stanze, cantine e soffitte sono Hana, figlia del negoziante Vajda, lo scrivano Klikot, l’impiegato Gapit (sul suo letto è adagiato un manichino in vesti femminili), La donna in pace, Teobald il gobbo e le sorelle Tarbula e Afra che ricamano sedute al balcone.”
Da noi non succede mai niente.
(S. Grum)