Lubiana, 1980 ♦ Formazione: AGRFT ♦ Premi: Premio Zlata Paličica per il ruolo nella rappresentazione Butalci per la regia di Jaša Jamnik – GOML, 2005.
SONO sensibile.
4 PIETRE MILIARI del tuo percorso professionale. I progetti che sono stati fondamentali per la tua crescita lavorativa.
W. Shekspeare, MEET SUMERNIGHTS DREAMS (…)
Il mio primo spettacolo in assoluto che mi ha portato a fare l’attore. Si trattava di uno spettacolo delle superiori in lingua inglese. Gli attori sono stati selezionati nelle varie scuole, ma in verità tutto si è svolto come in uno spettacolo vero, con i costumi, il trucco, l’anteprima, la prima… Così ho conosciuto questo mondo, di cui ti devi innamorare se vuoi fare l’attore per tutta la vita. Dovevo scegliere fra la chitarra e il teatro, ma una volta assodato che la chitarra l’avrei potuta suonare anche in qualche spettacolo (se invece sceglievo di studiarla, mi restava la chitarra e basta), ho scelto la strada più interdisciplinare.
Scipio Slataper, MOJ KRAS/IL MIO CARSO (Marko Sosič, SSG Trst)
È stata la mia seconda rappresentazione da quando avevo messo piede al TSS – un monodramma! Inizialmente era pensato come spettacolo per tutta la compagnia, ma a tre settimane dalla prima venne stravolto completamente: in due notti il regista e Igor Pison lo hanno adattato drammaturgicamente per un solo attore. Prima di andare in scena in occasione della prima mi sono detto: “Se sopravvivi a questo, non avrai mai più la tremarella in vita tua!” Lo spettacolo ha avuto un gran successo, abbiamo partecipato anche al Festival Borštnikovo srečanje. Mi ha rafforzato come attore. Per un attore è già difficile gestire una singola scena, figuriamoci catturare l’attenzione del pubblico per un’ora di fila.
Vinko Moderndorfer, VAJE ZA TESNOBO/ESERCIZI D’INQUIETUDINE, (Jaka Andrej Vojevec)
Rappresentazione del 2012. Un testo specifico. Moderno. Era necessario attenersi scrupolosamente alle didascalie, anzi le recitavamo pure. L’inizio assomiglia a delle prove, poi però si trasforma in uno spettacolo vero e proprio. La parte fondamentale è stata la creazione di tre atmosfere: l’atmosfera del personaggio, l’atmosfera della scena e l’atmosfera della rappresentazione. Facevamo tutto da soli. Persino gli intermezzi musicali. E quest’atmosfera mi ha toccato talmente da vicino da diventare parte della mia tesi di laurea. Gli attori esperti, i vincitori del massimo Premio Borštnik dicono: nel 20% dei casi è bello lavorare allo spettacolo, nel 5% dei casi lo spettacolo è ottimo da tutti i punti di vista, tutto il resto invece è mediocre. Questo spettacolo mi ha dato tante soddisfazioni: per il metodo di lavoro, per il rapporto con gli altri attori e per l’effetto che ha avuto sul pubblico. Se parliamo di spettacoli con una marcia in più, questo sicuramente ce l’aveva.
La serie televisiva ENA ŽLAHTNA ŠTORIJA
(UNA STORIA NOBILE)
Girare una serie tv è stato per me importantissimo. Ho imparato molto sulla recitazione davanti alla cinepresa. E contribuisce tuttora alla mia comprensione e alla scoperta delle differenze fra il teatro e la televisione. È un’esperienza che ogni attore dovrebbe fare, ma in Slovenia è difficile perché si gira poco.
4 INSEGNANTI. Le persone da cui hai imparato, che ti hanno insegnato o in qualche modo ispirato.
I miei due professori dell’Accademia – Mile Korun e Zupančič,
E poi sicuramente Marko Sosič che mi ha portato qui. Credo che lui abbia diretto il teatro in modo responsabile e interessante, s’impegnava affinché questo teatro avesse il posto che si merita. Indipendentemente da tutti i problemi che il teatro vive, qui si continua a lavorare e a produrre una o due rappresentazioni da festival all’anno. Questo mi sembra davvero ottimo, perché è cibo per gli attori. In questo senso Marko era fantastico, dopo di lui anche Primož Bebler e ora Eduard Miler assieme a Igor Pison. Marko mi ha formato come attore, mi ha fatto crescere e mi ha educato, il che è per un giovane attore fondamentale.
E poi Mateja Koležnik che ci ha trasmesso un’energia speciale… oltre a dirigere lo spettacolo, si è dedicata anche a noi in quanto compagnia. Ha conosciuto tutti i nostri pregi e i nostri difetti in un periodo di crisi per il nostro gruppo dati i continui cambi della direzione artistica. E in quel momento Mateja ha fornito nuovi spunti artistici a ciascuno di noi su cui riflettere, dandoci consigli su come lavorare, noi che siamo un gruppo di attori specifico, piccolo, più simile a una famiglia.
Se potessi guardarti da fuori mentre lavori, che cosa diresti di te, che tipo di attore sei, come affronti il lavoro?
Sono un attore del momento. Tento di catturare l’atmosfera.
Non posso per esempio imparare a memoria un testo e poi andare alla ricerca dell’atmosfera, ma devo prima trovare l’atmosfera giusta per poi imparare il testo. Durante le prove tengo il testo in mano a lungo e contemporaneamente analizzo e imparo il contenuto. Molti autori sostengono che l’attore giunge alla sensazione che riceve alla prima lettura del testo soltanto alla fine di tutto quel calvario di prove ed esperimenti.